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La leggenda del filo rosso: storia, origini

La pronuncia giapponese è Unmei no akai ito. Per noi occidentali è semplicemente La leggenda del filo rosso del destino. Si tratta di una delle più belle e appassionate narrazioni giunte a noi dalla cultura orientale. L’intreccio del destino di due anime gemelle, simboleggiato dalla storia del filo rosso, è quanto di più vicino all’idea di fato esiste già in molte civilità occidentali.

Andiamo a vedere storia e origini di questa leggenda che pochi sanno essere nata in Cina: tanti collegano la storia delle anime gemelle, infatti, al Giappone, al punto di credere che anche la sua nascita sia frutto della cultura nipponica. Il paese del Sol Levante l’ha adottata facendola sua, come peraltro accaduto con altre tradizioni sia di stampo cinese che coreano.

Filo rosso significato

Secondo la leggenda quando nasciamo abbiamo tutti un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. All’altro capo del filo c’è la nostra anima gemella che non sempre, però, riusciamo a vedere. Il filo rosso del destino è infatti molto lungo, invisibile e non si riesce a recidere. E’ un premio e una condanna in quanto obbliga due persone destinate a stare insieme ad essere unite e prima o poi a rivedersi.

Ovviamente le peripezie della vita portano il filo ad arrotolarsi e le due anime gemelle a vivere spesso lontane pur essendo intimamente legate tra loro.

Leggenda giapponese filo rosso: la storia di Wei

L’uomo al quale si deve storia è Wei, un ragazzo orientale rimasto orfano da bambino. Senza i genitori il giovane Wei aveva un solo desiderio: crearsi una propria famiglia per non restare da solo. Nonostante questa voglia, però, non aveva mai incontrato l’amore della sua vita e così durante un viaggio decise di recarsi al tempio dove conobbe il dio del matrimonio. Quest’ultimo, sfogliando il libro delle unioni del destino, gli rivelò che la sua donna esisteva ma all’epoca aveva ancora 3 anni: Wei era costretto dunque ad attendere almeno altri 14 anni prima di sposarsi.

La profezia lo lasciò sbigottito e quell’anziano saggio gli dovette spiegare che nel sacco che aveva accanto c’era il filo rosso che legava ogni coppia destinata a stare insieme. Si trattava di un filo più forte di qualsiasi evento o azione esterna. Arrabbiato per quelle rivelazioni Wei ordinò a un servo di uccidere la bimba indicata dal vecchio come futura sposa, ma questi la risparmiò, ferendola alla testa.

Wei non trovò più l’amore se non 14 anni dopo quando conobbe una 17enne che indossava sempre una fascia. La sposò e alla prima notte di nozze la giovane pianse dicendo di non voler togliere la fascia perchè nascondeva la cicatrice di una ferita rimediata quando aveva 3 anni. Sentendo quella storia Wei si commosse e raccontò la verità alla sua giovane sposa con la quale visse una lunga e felice esistenza.

La leggenda del filo rosso è così insita nella cultura giapponese che a lei sono stati dedicati film, opere teatrali e diversi manga e anime. La serie più popolare ispirata a questa tradizione prende il nome di Akai Ito, lo stesso della leggenda in lingua nipponica.